<sec.XVI> medico e filologo, tradusse l'opera di Psello sulle virtù mediche delle pietre preziose (Padova 1590) e i versi In thermas Pythias (Venezia 1586) già attribuiti al Silenziario e oggi assegnati a Leone Choirosphaktes cf. E.Refini, Mirabilia Naturae tra scienza e poesia nel carme In thermas Pythias tradotto e commentato da Claudio Ancantero (1585) in Le Salut par les Eaux et par les Herbes. Medicina e Letteratura tra Italia e Francia nel Cinquecento e nel Seicento, Verona 2012, pp. 13-33; sua la composizione Diameron in nuptias Ferdinandi Medicis magni Hetruriae ducis, et Christernae Lotharingiae ducis filiae, Patavii 1590. Cf. Michaud, Biographie Universelle Ancienne et moderne 1843, t.1 p.635-636; Dictionnaire de Biographie française 1936, p.815; IBN p.3912; PLP p.23, n.257. CTC vol.7, pp.305-6. F.M.Pontani, Claudius Ancantherus in Umanesimo e Rinascimento a Firenze e Venezia, Firenze 1983, v.1, pp.115.-131. Fu testimone di alcuni dottorati a Padova dove esercitava la professione: cf. Acta Graduum Academicorum Gymnasii Ptavini ab anno 1566 ad annum 1600, a cura di E. Martellozzo Forin, Padova 2008, p.1483; p.1520, n.2392: p.1771, n.2538.) Diversi volumi sparsi in tutta Europa riportano la sua nota di possesso: του Κλαυδίου Άνκανθήρου του ιατροσοφίστου Κτήμα.