<1901-1946> Figlio primogenito di Cesare Battisti ed Ernesta Bittanti. A sedici anni, poco dopo la scomparsa del padre, si arruolò volontario nell’Esercito italiano. Nel 1919 partecipò – tra i primi – all'impresa di Fiume, al seguito di Gabriele D'Annunzio. Nel 1921 aderì al Partito repubblicano e nel luglio 1923 a Roma contribuì con altri ex combattenti della sinistra repubblicana, tra cui Raffaele Rossetti, Fernando Schiavetti, Cipriano Facchinetti e Randolfo Pacciardi, alla fondazione del movimento antifascista Italia libera. Nel 1924, conseguita la laurea in economia, si stabilì a Trento dove iniziò un'attività imprenditoriale con Giannantonio Manci, uno dei massimi esponenti dell’antifascismo trentino. Con Manci, Gigino progettò la costituzione di un gruppo di Italia libera a Trento al quale aderiranno Egidio Bacchi e Giovanni Parolari. Nel 1930 si trasferì a Milano, poi a Roma, dove intensificò l'attività politica di opposizione al regime. Dopo lo scioglimento del gruppo Italia libera, Gigino Battisti aderì attivamente al movimento clandestino Giustizia e libertà e, tra il 1942 e il 1943, al Partito d'azione. Nel corso della seconda guerra mondiale Gigino fu prima a Trento dove si occupò della diffusione della stampa clandestina e in seguito in Svizzera, dove giunse il 10 settembre 1943. Poco dopo partecipò attivamente al movimento della resistenza in val d'Ossola, diventando intendente generale del Governo provvisorio dell’Ossola, costituito nel 1944 dalle formazioni partigiane. Al termine del conflitto, il 2 maggio 1945 venne nominato, su indicazione del Comitato di liberazione nazionale, sindaco di Trento. Il 2 giugno 1946 venne eletto membro dell'Assemblea Costituente, unico rappresentante socialista per il collegio di Trento. In tale consesso assunse la carica di segretario dell'Ufficio di presidenza. Cfr. DBI, 7 (1970), pp. 271-272.

Data di nascita
1901
Data di morte
1946
Voci di rinvio
Battisti, Luigi