<1528-1595> figlio di Domenico, con un fratello e una sorella (madre del nipote Paolo poi arciprete di Tribano e nominato in alcuni documenti); iniziò a frequentare la facoltà di diritto civile e canonico dell'Università di Padova intorno al 1546, svolgendo dall'anno successivo l'attività di istitutore presso la famiglia Selvatico. Laureatosi il 19 novembre 1552, prese gli ordini probabilmente tra il 1553 e il 1556, quando partì per Roma per approfondire la sua formazione; qui fu dapprima uditore per il Card. Giambattista Cigala che lo presenterà a s.Carlo Borromeo e poi grazie a quest'ultimo, luogotenente del Governatore di Roma, reggendo la Romangna dal 1563. Nel 1565 seguì il Borromeo a Milano collaborando con lui fino al 1571 quando richiamato dal vescovo Ormaneto, dovette tornare a Padova per coadiuvarlo nella visita pastorale. Partito l'Ormaneto per Madrid, lo sostituì come Vicario generale accanto a B. Santacroce dal 1572 e entrato far parte del Capitolo dei canonici della Cattedrale, restò a Padova fino al 1579, quando riuscì a riguadagnare il suo posto a Milano presso il Borromeo come Vicario generale; il secondo soggiorno milanese durò fino al 1582 e terminò per l'ostilità e forse le invidie degli ambienti ecclesiastici. Fra il 1584 e il 1588 accompagnò mons. De Nores vescovo di Parenzo in visita pastorale. Morì a Vanzo intorno al 21 ottobre 1595; lasciò per testamento parte dei volumi della sua biblioteca personale a Bartolomeo e parte a Girolamo Selvatico: confluiti poi nella biblioteca di Benedetto Selvatico furono da questi donati alla Biblioteca Universitaria nel 1631. Cf. L. Cavazzana, La Riforma tridentina a Milano e a Padova. Il canonico padovano Nicolò Galiero (1528-1595), in Civis 23 (1999), pp. 7-40.