<1812-1852>. Nacque a Canneto sull'Oglio in provincia di Mantova nel 1812. Il padre, avvocato e giudice di pace, gli impartì la prima educazione scolastica, poi quando la famiglia si trasferì dal paese d’origine a Goito, preferì servirsi delle competenze di precettori privati tra 1821 e 1824. Già dalla prima adolescenza Tazzoli sentì una viva propensione per il sacerdozio tanto che nel 1825 il padre lo iscrisse alle scuole del ginnasio del seminario vescovile di Mantova, studi che proseguì nel seminario di Verona dal 1827 al 1829 per poi terminarli a Mantova dove concluse gli studi di teologia nel 1833. Venne ordinato sacerdote nel 1835 dal vescovo di Verona, ottenendo l’incarico di prefetto del seminario di Mantova e di professore di filosofia, teologia e storia universale per i seminaristi. Offrì la sua disponibilità a favore dei due asili d’infanzia di Mantova; soccorse gli alluvionati del Basso Mantovano, vittime dell’inondazione del Po e dell’Oglio nel 1839 e quelli del territorio bresciano per l’inondazione del Mella nel 1850; diventò infermiere nel 1848 per soccorrere i giovani soldati nella battaglia di Curtatone e Montanara contro l’esercito austriaco; si impegnò a trovare finanziamenti pubblici e privati per soccorrere le persone più indigenti; promosse le scuole serali per le persone meno agiate e le scuole agrarie nei seminari, grazie alle quali i futuri sacerdoti avrebbero provveduto alla formazione tecnica dei contadini, loro parrocchiani; incentivò la lettura popolare. L’oppressione austriaca lo persuase nel 1850 ad unirsi ad un gruppo di patrioti mantovani con i quali condivise le idee mazziniane: queste iniziative cospirative verso il governo austriaco portarono all’arresto e alla condanna a morte per impiccagione nel 1852 di Tazzoli e dei compagni congiurati Angelo Scarsellini, Carlo Poma, Bernardo Canal, Giovanni Zambelli e nel 1851 del sacerdote Giovanni Grioli. Prima dell’esecuzione, nelle carceri del Castello di San Giorgio, il vescovo di Mantova Giovanni Corti <1797-1868>, su richiesta del generale austriaco Radetzky e della Curia pontificia, lo degradò allo stato laicale.

Tazzoli lasciò in legato testamentario al nipote Enrico Urangia <1839-1913> una parte della sua biblioteca costituita da testi di argomento religioso, filosofico, storico, psicologico e politico; riviste di pedagogia, libri giuridici e di economia in lingua italiana, francese e latina, enciclopedie e dizionari. Gli eredi di Enrico Urangia donarono nel 1963 questa parte del legato al Museo del Risorgimento di Mantova, poi depositato alla fine degli anni Ottanta all’Archivio Storico Comunale. Cfr.: R. Benedusi, Nota metodologica generale. Integrazioni alla biblioteca di Enrico Tazzoli in Don Enrico Tazzoli e il cattolicesimo sociale lombardo. II Documenti, a cura di C. Cipolla, R. Benedusi e A. Fabbri, Milano 2012, pp. 26-27; DBI 99 (2019), pp. 210-214; C. Baroni, Dizionario Onomastico Mantovano, Rivarolo Mantovano (MN) 2002, p. 268; Don Enrico Tazzoli e il cattolicesimo sociale lombardo. I. Studi, a cura di C. Cipolla e S. Siliberti, Milano 2012; G. Scuderi, Un uomo e i suoi libri: la biblioteca di Enrico Tazzoli congiurato e martire di Belfiore, Mantova 2002; Enrico Tazzoli,  Testamento spirituale, a cura di R. Brunelli con commento di Ivana Ceresa, Mantova 1998, p. 23.

Data di nascita
1812
Data di morte
1852