<1706-1768>. Secondogenito di Nicolò Francesco Rosmini del ramo «alle Salesiane» e di Egelinda Pizzini nacque a Rovereto nel 1706. Compiuti i primi studi in Germania dove apprese anche la lingua tedesca, si iscrisse in seguito all'Università di Padova, dove si laureò in legge il 4 maggio 1725. Esercitò l'avvocatura nella sua città natale e successivamente a Vienna, da dove in seguito venne richiamato perché destinato alla pratica del cancellierato di fiera. Sposò Teresa Birti da cui ebbe tre figli: Agostino, Giovanna e Girolamo. Fu uomo di ingegno e grande studioso; collezionò una grande e scelta biblioteca, frequentata abitualmente dagli intellettuali roveretani e soprattutto dall'amico Girolamo Tartarotti, con il quale nel 1731 partecipò alla fondazione dell'Accademia dei Dodonei. E come lui, che gli dedicò la sua Apologia del Congresso notturno delle lammie (Venezia, Simone Occhi, 1751), non entrò mai nell'Accademia degli Agiati. Fu autore di componimenti poetici pubblicati a Rovereto nel 1738 presso Pietro Antonio Berno. Nel 1738 a seguito della rinuncia paterna in suo favore, venne eletto con la carica di cancelliere del Magistrato mercantile di Bolzano, organo istituito dall'arciduchessa Claudia de' Medici nel 1633 e concepito come tribunale operante in occasione delle fiere annuali, competente per la materia e i contenziosi di natura commerciale. Mantenne la carica ininterrottamente per circa un trentennio, anche quando nel 1752, per meglio attendere al suo ufficio, i consoli gli imposero l'obbligo di dimora stabile a Bolzano. Come supporto alla propria attività intellettuale, e per poter continuare la sua opera di mediazione culturale anche nella piazza bolzanina, il Rosmini fin dal suo trasferimento si era dedicato ad arricchire la sua già ampia biblioteca, ammirata e utilizzata da un crescente numero di interessati e collocata in una delle sale del palazzo mercantile che il Magistrato mercantile aveva debitamente attrezzato. Dal 1752 al 1758 chiamò presso di se Giovanni Battista Graser per occuparsi della cura della biblioteca e dell'educazione dei figli. Morì a Bolzano nel 1768. Dopo la sua morte, il giudizio nobiliare di Bolzano, incaricato di stendere l'inventario dei suo beni, trovò parole di elogio per il lascito intellettuale del defunto cancelliere: «Il Signor testatore de’ Rosmini ha lasciato, come ben noto, una biblioteca importante composta dai migliori testi in historicis, politicis, juridicis ed altri titoli filosofici e dotti … benché non ne sia mai stato formato un catalogo regolare».

Cfr.: M. Bonazza, Famiglia Rosmini e Casa rosminiana di Rovereto. Inventario dell’archivio (1505-1952, con documenti dal XIII secolo), Trento 2007, pp. 23, 104; H. Heiss, Il precettore e il bibliofilo. Giovanni Battista Graser nella Bolzano di metà Settecento, in Aufklärung cattolica ed età delle riforme. Giovanni Battista Graser nella cultura europea del Settecento. Atti della giornata di studi Rovereto, 6 maggio 2003, a cura di S. Luzzi, Rovereto (TN) 2004, pp. 93-110; A. Valle, Antonio Rosmini. Gli antenati, la famiglia, la casa, la città, Brescia 1997, pp. 66-69; F. Paoli, Antonio Rosmini e la sua prosapia, Rovereto 1880, pp. 54-56.

Data di nascita
1706
Data di morte
1768
Segno di possesso: Ex libris

SBT-ROSM – aB1.07.10, sul contropiatto anteriore ex libris calcografico (ovale, mm 72x58 area stampa) con stemma araldico (d'azzurro, a sei stelle a sei punte d'oro, ordinate 3,2,1; cimiero: un angelo vestito d'azzurro, coronato e alato d'oro, sostenente un sole all'altezza del petto): Franciscus Iosephus Rosminus Roboretanus. Cfr.: Bragaglia, non presente; G. Tabarelli de Fatis - L. Borrelli, Stemmi e notizie di famiglie trentine, Trento 2004, p. 245; Fischnaler Wappenkartei (Tiroler Wappen)

Biblioteca di appartenenza

SBT-ROSM Rovereto Biblioteca Rosminiana

Numero seriale: 2038 Autore: EB