<1704-1783>. Nacque a Cavalese, in Val di Fiemme da una famiglia inserita nella piccola nobiltà del principato vescovile di Trento. Iniziò la sua formazione presso il collegio tridentino dei padri Gesuiti, ma nel 1721 entrò nell’ordine francescano. Fu insegnante all’interno dell’ordine dei minori, predicatore, guardiano in vari conventi della provincia francescana tridentina e nel 1745 venne eletto definitore provinciale. Nel capitolo generale del 1756 venne nominato definitore generale della nazione germanica; l’anno dopo fu visitatore della provincia di Milano e ancora nel 1757 diventò scrittore generale dell’ordine. Come tale si impegnò con alcune pubblicazioni contro il probabilismo e il giansenismo. Nel 1763 venne incaricato dal padre generale, p. Pietro da Molina di realizzare una nuova edizione critica delle opere di san Bonaventura. Nel 1767, a Bassano presso i Remondini pubblicò il volume Prodromus ad opera omnia S. Bonaventuræ che costituiva una sorta di lavoro preparatorio al progetto.

Benedetto Bonelli è però noto soprattutto per la sua attività storiografica. Nel 1747 vide la luce la sua Dissertazione apologetica sul martirio del beato Simone da Trento nella quale, in polemica con quanto sostenuto dal filosofo tedesco Johann Christoph Wagenseil, ribadiva l’effettivo svolgersi degli omicidi rituali da parte degli ebrei, prendendo le mosse dal celebre caso trentino del 1475. Intervenne poi nel 1751 nella disputa tra l’erudito roveretano Girolamo Tartarotti e l’oenipontano Anton Roschmann a proposito della santità di Ingenuino e sull’episcopato sabionese di san Cassiano pubblicando le Vindiciæ Romani martyrologii in cui sosteneva, in accordo con lo studioso tirolese, la santità di Ingenuino. Dava però ragione al Tartarotti nel confutare la tesi che san Cassiano fosse stato vescovo di Bressanone, anche in forza della documentazione pubblicata dal Mabillon e dai bollandisti. Ancora in polemica con il Tartarotti, nel 1751 Bonelli intervenne sulla questione della stregoneria e del sabba – sostenendone la veridicità – nelle sue Animavversioni critiche sopra il notturno congresso delle lammie, in risposta alla tartarottiana Apologia del Congresso notturno delle lammie in cui l’illuminista roveretano sosteneva la realtà della magia, ma l’infondatezza dell’esistenza delle streghe.
Lo scontro divenne frontale e finì per travalicare l’ambito delle dispute storico-culturali nel 1754 quando il Tartarotti diede alle stampe le Memorie antiche di Rovereto. In uno dei saggi che compongono le Memorie, l’erudito roveretano declassava da martirio a esito di uno scontro armato l’uccisione del vescovo di Trento Adelpreto per mano di Aldrighetto di Castelbarco (1172), finendo così per delegittimarne il culto. Le reazioni delle autorità tridentine, sia religiose che laiche, non si fecero attendere. In una prima fase il magistrato consolare della città affidò al Bonelli l’incarico di replicare al Tartarotti. Uscì così la Dissertazione intorno alla santità e martirio del b. Adalpreto vescovo di Trento. Le polemiche però non si sopirono. Quattro anni dopo, nel 1758, Tartarotti pubblicò una controreplica, l’Apologia delle Memorie antiche di Rovereto con nuovi attacchi alla fondatezza storica di radicate tradizioni cultuali trentine. Le autorità cittadine di Trento chiesero al francescano una nuova, più articolata e autorevole difesa delle origini della diocesi, dei suoi santi e dei suoi vescovi. Bonelli, appoggiandosi anche alla collaborazione con il più giovane p. Giangrisostomo Tovazzi, realizzò così la sua principale opera: i tre volumi delle Notizie istorico-critiche. I primi due tomi, dal significativo titolo di Notizie istorico-critiche intorno al b. m. Adelpreto, che videro la luce nel biennio 1760-1761, riprendevano la tematica del presunto martirio del vescovo Adelpreto ed erano corredati dalla pubblicazione di 130 documenti, oltre che da analisi approfondite delle più antiche testimonianze della Chiesa trentina come il Dittico Udalriciano. Il terzo volume, a sua volta diviso in due parti distinte, le Notizie istorico-critiche della chiesa di Trento, apparso nel 1762, e i Monumenta Ecclesiae Tridentinae del 1765, fornivano un’ulteriore nutrita raccolta documentaria che spaziava dal XIV al XVIII secolo.

Dopo il 1765 Bonelli, anche in seguito ai suoi crescenti impegni all’interno dell’ordine dei frati minori, abbandonò la ricerca storica per impegnarsi, come detto, negli studi dedicati a san Bonaventura. Morì il 28 ottobre 1783 nel convento di San Bernardino a Trento.

Cfr: DBI, 11, Roma 1969, pp. 748-750; Dizionario Biografico degli Storici Trentini, on line; E. Onorati, P. Benedetto Bonelli francescano, storico trentino, critico bonaventuriano (1704-1783), Trento 1984; N. Cusumano, Ebrei e accusa di omicidio rituale nel Settecento. Il carteggio tra Girolamo Tartarotti e Benedetto Bonelli (1740-1748), Milano 2012.

Data di nascita
1704
Data di morte
1783
Voci di rinvio
Benedetto da Cavalese
Segno di possesso: Note di possesso

SBT-FBSB – O 43 sul frontespizio di mano di G. Tovazzi: Bibliothecae Sancti Bernardini Tridenti | Dicavit Adm. Rev. P. Benedictus a Cavalesio.

Biblioteca di appartenenza

SBT-FBSB Trento Fondazione Biblioteca San Bernardino

Numero seriale: 2223 Autore: IF