Le origini della biblioteca familiare si possono far risalire alla collezione di Jacopo Salviati (m. 1412), che comprendeva manoscritti di autori latini (Seneca, Valerio Massimo, Tito Livio e Boezio) e di classici italiani (Cecco d'Ascoli e Dante) e rimase indivisa in eredità ai figli. Fu incrementata dal primogenito, Alamanno (m. 1460), che vi aggiunse opere di Cicerone, Sallustio, Giovenale, Persio e la traduzione latina dell’Etica di Aristotele di Leonardo Bruni, e ne curò la trasmissione e la conservazione. Nella prima metà del XVI secolo il cardinale Giovanni Salviati (1490-1553) - figlio di Lucrezia de' Medici, primogenita di Lorenzo il Magnifico - creò una propria collezione di manoscritti greci nella quale probabilmente confluirono anche alcuni manoscritti latini della biblioteca di famiglia. Del suo contenuto sappiamo attraverso l'opera dell'erudito umanista Jean Matal (1517-1597), che si dedicò a una approfondita esplorazione delle biblioteche e raccolte librarie italiane, in particolare romane e fiorentine fra il 1542 e il 1546. Nel manoscritto Add. 565 della Cambridge University Library, contenente le osservazioni di Matal, alle cc. 133-134 è riportato un elenco alfabetico di centosettanta manoscritti greci e latini, datato 1546, probabilmente copia diretta dell'inventario della biblioteca del cardinale Giovanni. La raccolta di Giovanni fu lasciata in legato al fratello, cardinale Bernardo (1508-1568), personaggio politico di rilievo, ma anche appassionato di studi filosofici, il quale mantenne ed accrebbe la libreria familiare. Alla morte di Bernardo la collezione fu legata al nipote Jacopo (1537-1586), e in tal modo la biblioteca Salviati poté mantenersi unita fino all’inizio del XVIII secolo. Antonio Maria (1665-1704), duca di Giuliano, appartenente al ramo romano della famiglia, la lasciò alla figlia Caterina Zefferina - che sposò nel 1718 Fabrizio Colonna di Paliano - ma il possesso della collezione fu oggetto di una lunga contesa con il cugino Giovan Vincenzo (1693-1752), del ramo fiorentino della famiglia ed erede del titolo ducale di Giuliano. Fu probabilmente in questo periodo che la biblioteca venne divisa. Da Giovan Vincenzo la collezione passò al figlio Averardo (1721-1783); una parte dispersa o venduta a collezionisti stranieri si può ora trovare in importanti biblioteche estere - British Library Add. 5422, 5423, 22733 ; Bayerische Staatsbibliothek, Gr. 328, 331-334, 336 - una parte invece fu venduta alla Biblioteca Vaticana nel 1776. La parte passata al ramo romano della famiglia, attraverso Caterina Zeffirina e quindi ai Colonna e ai Barberini, fu acquisita dalla Biblioteca Vaticana nel 1821. Anche Lorenzo, fratello dei cardinali Giovanni e Bernardo, possedette un'importante raccolta libraria, di cui non si conserva l'inventario, ma che in parte - in particolare per i testi di letteratura e filosofia - confluì nella biblioteca del figlio Antonio Maria (1537-1602), nunzio apostolico in Francia dal 1572 al 1578 e fra i primi e meno allineati cronisti del massacro di San Bartolomeo (24 agosto 1572), elevato poi al cardinalato nel 1583. Alla morte di Anton Maria la sua biblioteca personale ammontava a circa mille titoli, in gran parte opere di diritto, di teologia e di filosofia.

Cfr.: G. Mercati, Il Plutarco di Bartolomeo da Montepulciano, «Byzantion. Revue internationale des études byzantines», T. I(1924), pp. 469-474; A. Hobson, The iter italicum of Jean Matal, in: Studies in the book trade in honour of Graham Pollard, Oxford 1975 pp. 33-61 ; P. Hurtebise, Une famille-Témoin : les Salviati, Città del Vaticano 1985; A. Cataldi Palau, La biblioteca del cardinale Giovanni Salviati, «Scriptorium», T.49 n°1, 1995, pp. 60-95 ; DBI, 90(2017), pp. 24-58; G. Cardinali, La lente dissolution de la bibliothèque grecque du cardinal Salviati: Une affaire de soldats, gentilshommes, papes, bibliophiles et pirates, «Journal des Savants», Paris 2020.2, pp. 429-492.

Voci di rinvio
Bibliotheca Domus Salviatae
Segno di possesso: Timbri

BM - 390 D 288 sul frontespizio timbro xilografico (Ø 26 mm) in negativo: al centro stemma della famiglia Salviati, d'argento a tre bande doppiomerlate di rosso, all'esterno scritta: EX LIB.(BRIS) BIBL.(IOTHECA) DOM.(US) SALVIATAE (Gelli 1930, p.412; Bragaglia T 28) .

Si conoscono poche informazioni relative a questo timbro: la bibliografia riporta notizie di collezioni personali dei vari membri, ma non di una biblioteca di famiglia in quanto tale, sembra quindi che un timbro tardivo servisse a contrassegnare un gruppo di opere che si era tramandato tra i vari componenti e che si era accresciuto nel tempo. Il timbro si può datare alla prima metà del XVIII secolo, cioè di fatto, al momento della dispersione della biblioteca Salviati. Si trova infatti su opere che vanno dal XVI al XVIII secolo (es. alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, SALA FARN. 24 A 0030, stampato nel 1722) e compare anche su opere che riportano note di possesso manoscritte di alcuni membri della famiglia: il cardinale Giovanni (1490-1553) (cfr.: Roma, BAV Vaticana, Aldine.III.67, stampato nel 1517) o il cardinale Alamanno (1669-1733) (cfr.: Roma, Biblioteca della Pontificia Università Gregoriana, Ris. 32 V 4/1, stampato nel 1608). Fra i trentadue manoscritti greci acquistati dalla Biblioteca Vaticana nel 1776 - provenienti sicuramente dalla raccolta di Giovanni - ve ne sono ventisette ai quali fu apposto questo timbro. Esiste anche una versione in positivo del timbro, raffigurante lo stesso stemma coronato, ma di esecuzione semplificata, con la medesima scritta; se ne trova esempio in un’opera di giurisprudenza del 1737 (S.MARTINO 9. 6 1) conservata alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III  di Napoli.

BVECR - 14.26.N.8 sul frontespizio timbro xilografico (Ø 26 mm) in positivo: al centro stemma della famiglia Salviati a tre bande doppiomerlate, all'esterno scritta: EX LIB.(BRIS) BIBL.(IOTHECA) DOM.(US) SALVIATAE.

[Scheda di Marine Jouffreau - Stage 2022 École nationale des chartes - Paris]

 

 

Biblioteca di appartenenza

BM - Biblioteca nazionale Marciana

BVECR - Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II di Roma

Numero seriale: 3206 Autore: OB