L’Abbazia di Classe, biblioteca del Comune di Ravenna dal 1803 per effetto delle soppressioni degli ordini religiosi disposte dal governo napoleonico, fu la sede di una tra le più importanti comunità monastiche camaldolesi. La presenza dell’Ordine camaldolese nel territorio ravennate è attestata sin dal 1138 e, dal primo insediamento della comunità nei pressi della basilica di Sant’Apollinare in Classe, deriva sia la denominazione del monastero in epoca moderna sia l’attuale di Biblioteca Classense.
La storia dell’abbazia è segnata dal trasferimento dei monaci dentro le mura urbane a seguito della battaglia di Ravenna del 1512. A partire dal 1515 e fino alle soppressioni napoleoniche il nuovo edificio fu oggetto di continui accrescimenti, in un’ottica di affermazione dell’Ordine che necessariamente coinvolse il patrimonio librario non più destinato soltanto agli usi liturgici.
Le fonti archivistiche danno conto dell’esistenza di raccolte librarie ad uso dei monaci anche per il periodo precedente, ma risale al 1568 un primo Catalogus librorum, approntato in concomitanza dell’istituzione di una Bibliotheca nova sotto l’abbaziato di Pietro da Bagnacavallo.
Sebbene nel corso dei secoli successivi il patrimonio librario monastico abbia continuato ad essere accresciuto fu nei primi anni del ‘700 sotto la guida dell’abate bibliofilo Pietro Canneti che la libraria fu notevolmente ampliata assumendo il carattere di una raccolta universale e arricchendosi di numerosi esemplari, manoscritti e a stampa, di grande rilevanza bibliofilica e bibliografica. Il timbro a inchiostro con il monogramma classense (coronato negli esemplari del Catalogus ancora presenti) continua ad essere usato fino al XVIII secolo. Al patrimonio librario costituito in epoca cannetiana si aggiungono, ancora nel periodo camaldolese, doni e lasciti importanti, fino all’ingente immissione di tutti i patrimoni librari requisiti ai monasteri cittadini.
Cfr.: G. Ravaldini, La Biblioteca Classense di Ravenna, in «Bollettino Economico della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Ravenna», 2-3 (1977), pp. 105-111, 193-202; Ravenna. La biblioteca Classense. La città, la cultura, la fabbrica, a cura di M. Dezzi Bardeschi, I, Casalecchio di Reno, Grafis, 1982; Biblioteca Classense, a cura di A. Dillon Bussi e C. Giuliani, Ravenna, Fiesole, Nardini, 1996; R. Savigni, L’insediamento dei camaldolese di Ravenna (secoli XII-XVI), I libri del silenzio. Scrittura e spiritualità sulle tracce della storia dell’Ordine camaldolese a Ravenna dalle origini al XVI secolo, a cura di C. Giuliani, Ravenna, Longo, 2013, pp. 19-29; C. Giuliani, L’Abate Pietro Bagnoli da Bagnacavallo e la Bibloteca di Classe, in I libri del silenzio, cit., pp. 61-68
RAVCL - F.A. 034 010 G1, sul frontespizio timbro a inchiostro con monogramma CLS coronato, che identifica gli esemplari della biblioteca dell'Abbazia di Classe descritti nel Catalogus librorum del 1568 come facenti parte della raccolta libraria monastica, realizzata sotto l'abbaziato di Pietro Bagnoli.