<1753-1814>. Nato a Livorno il 29 aprile 1753 Gaetano Poggiali dimostrò fin dalla più tenera età la sua propensione per i libri e riuscì a costituire una delle più rilevanti collezioni librarie del suo tempo, ricca di testi di scrittori italiani selezionati sulla base dell’argomento, della rarità e bellezza delle edizioni o per l’ottimo stato di conservazione degli esemplari. Grazie ai numerosi rapporti epistolari con letterati, bibliotecari e librai di tutta Italia - tra i quali Iacopo Morelli, Michele Colombo, Angelo Maria Bandini, Giuseppe Molini, Domenico Moreni - Poggiali cercò in tutti i modi di arricchire la sua biblioteca anche acquisendo intere collezioni, come avvenne per la raccolta dell’antica famiglia fiorentina dei Guadagni, acquisita dal bibliografo livornese all’inizio del sec. XIX. Dal 1786 Poggiali collaborò a vario titolo con lo stampatore livornese Tommaso Masi, impegnandosi in particolare nella scelta dei testi da pubblicare, nella revisione e nella correzione delle bozze dei testi da stampare e nella cura della veste .grafica delle edizioni. Grazie alle sue qualità di bibliofilo (spesso la ricerca e l’acquisto di un libro antico o di un manoscritto era finalizzata alla sua pubblicazione), fu editore di numerosi testi di scrittori italiani dei primi secoli, per i quali indicava i criteri ecdotici seguiti. Famosa è l’edizione della Divina Commedia (1807-1813) per la quale il Poggiali aveva utilizzato un prezioso codice, riccamente illustrato, da lui stesso posseduto (BNCF, Palatino 313). Si deve al Poggiali una bibliografia di testi letterari italiani Serie de’ testi di lingua stampati, che si citano nel Vocabolario degli accademici della Crusca, posseduta da Gaetano Poggiali …, Livorno, Tommaso Masi e comp., 1813 [ma 1814], stampata postuma a cura del figlio Domenico, che, nel 1814, decise di vendere la ricchissima raccolta, costituita da circa 12.000 volumi fra manoscritti, incunaboli e testi a stampa. A seguito dell’acquisto, al prezzo di 92.000 lire toscane, voluto dal granduca Ferdinando III di Lorena, granduca di Toscana, la raccolta del bibliofilo livornese entrò a par parte della Biblioteca Palatina, e, come stabilito dal regio decreto del 22 dicembre 1861 che, unificava la Biblioteca Palatina alla Magliabechiana, la raccolta Poggiali entrò a far parte delle raccolte della Biblioteca Nazionale.
L’intera biblioteca a stampa appartenuta a Poggiali è documentata dal manoscritto inedito, risalente al sec. XVIII, BNCF, Nuove Accessioni 233, acquisito dalla BNCF soltanto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento grazie all’intermediazione di Diomede Bonamici (che nel 1895 aveva donato alla BNCF l’elenco dei manoscritti Guadagni).
I volumi provenienti dalla raccolta del bibliografi livornese sono identificabili grazie alla presenza della nota di mano di Gaetano Poggiali con indicazione “Compito” (e relative abbreviazioni), rilevabile per lo più nella parte alta del contropiatto anteriore o delle prime carte di guardia.
Cfr. F. Pera, Ricordi e biografie livornesi, Livorno 1867; L. Gentile, I codici Palatini, Roma 1889; G. Avanzi, I«testi di lingua» di G. Poggiali, in «La Parola e il libro», 7-9 (1946), pp. 307-311; G. Avanzi, Gaetano Poggiali bibliofilo e bibliografo, Firenze 1953; L. Servolini, Un livornese grande bibliofilo, bibliografo ed erudito: Gaetano Poggiali (1753-1814), in «Rivista di Livorno», IV, 1 (1954), pp. 53-66; M, A. Morelli Timpanaro, Alcune note su Giuseppe Piacenza, Angelo Maria Bandini, Domenico Moreni, Gaetano Poggiali, in «Critica storica», XIV, 3 (1977), pp. 471-520; L. Servolini, Un insigne bibliofilo e bibliografo italiano, Gaetano Poggiali, in «Gutenberg-Jahrbuch», 1981, pp. 214-217; F. Repetti, Attività editoriale a Livorno fra Settecento ed Ottocento: la Stamperia di Tommaso Masi, in «Nuovi studi livornesi», III, 1995, pp. 93-125; Sara Mori, Gaetano Poggiali, in DBI, 84, Roma 2015, pp. 485-487
BNCF - Autografi Gonnelli 32.130, c. 2v, timbro in ceralacca rossa (∅ mm 17) con iniziali G P, che affiancano una croce di Lorena.