<XVI-XVII sec.>. Consigliere e medico di Carlo Emanuele I di Savoia e suo consulente per la costituzione della raccolta libraria destinata alla Grande Galleria, vendette la sua libreria proprio al Duca sabaudo come riferisce lo stesso Carlo Emanuele I in una lettera del 21 aprile 1608 (cfr. De Pasquale, 2007, p. 52). Tale nucleo bibliografico –  composto da manoscritti, incunaboli e libri a stampa – vide la fuoriuscita di alcuni esemplari dalla biblioteca ducale «poiché sottratti […], già nella metà del ’600, da Pier Ludovico Boursier, medico cubicolare di Carlo Emanuele I e bibliotecario dal 1633 al 1658» (De Pasquale, 2002, p. 25): recuperati, i volumi confluirono successivamente, con gli altri libri della raccolta, nei fondi della Biblioteca del Regio Ateneo di Torino, istituita nel 1720 per volontà di Vittorio Amedeo II. La biblioteca di Fresia – «poi ricostituita dal Fresia stesso, come si evince dall’inventario post mortem che elenca una settantina di volumi» (De Pasquale, 2007, p. 53) – consisteva soprattutto in edizioni d’ambito medico (dai testi classici alla medicina araba, dai manuali di diagnostica sino ai medici piemontesi), a cui si accompagnavano testi di botanica, di astronomia, di matematica, di geometria, di geografia, di zoologia, di filosofia antica. Cfr. A. Bava, La collezione di oggetti preziosi, in Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia, a cura di G. Romano, Torino 1995, pp. 265-332, in part. 326-327; F. Malaguzzi, Legature di pregio nelle biblioteche sabaude, in Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia, a cura di G. Romano, Torino, 1995, pp. 375-406, in part. 398 e 405; A. De Pasquale, La biblioteca di Orlando Fresia di Moncalvo medico del duca di Savoia, in «Il Platano. Rivista di cultura astigiana», 27 (2002), pp. 23-40; A. De Pasquale, Notitiae librorum. Biblioteche private a Torino tra Rinascimento e Restaurazione, Savigliano 2007, pp. 52-53.