<sec. VIII-1806> Monastero benedettino fondato nell'area della paleocristiana basilica dei santi Felice e Fortunato (IV-V secolo ca.). Fiorente centro dei monaci, nonostante le invasioni degli Ungari; aderì alla riforma cluniacense ed iniziò a diffondere l'operato benedettino in tutta la diocesi vicentina con la fondazione di chiese e monasteri e grazie ad un'intensa opera di bonifica del territorio. Durante i secoli XIII e XIV il monastero visse un periodo di crisi, in concomitanza con una crisi del culto dei protomartiri veneti Felice e Fortunato. Con la dominazione veneziana esso si legò alla Congregazione di Santa Giustina di Padova, rinnovandosi profondamente. Nei secoli XVI-XVIII si trovò in una lenta ma continua decadenza, con un esiguo numero di monaci, ma con estesi possedimenti. Nonostante ciò, gli abati si fecero fautori di continui restauri del complesso monastico e della basilica tra la seconda metà del Seicento ed i primi decenni del Settecento. Nel 1806 il complesso degli edifici passò al demanio ed i pochi monaci e beni rimasti vennero trasferiti a Santa Giustina di Padova. Cfr. Mantese, G., Memorie Storiche della Chiesa Vicentina, Vicenza, 1952-1982, voll. I-V.