<16 sec.>. Figlio di Roberto Macigni del quale eredita la cospicua biblioteca ed egli stesso possessore di una biblioteca ricca di manoscritti e di stampati. Professore a Padova e a Salerno, si interessò soprattutto di scienza greca. I suoi libri finirono nella biblioteca Trevisan di Padova e successivamente in parte furono acquisiti da Marquardt Gude, in parte finirono al Seminario Vescovile di Padova. Cfr: F. Piovan, La condotta allo studio di Salerno di Matteo Macigni e Paolo da Lion (1543), in «Quaderni per la storia dell'Università di Padova» 32 (1999), pp. 145-162; C. Pasini, Trascrizioni da un sinassario di Matteo Macigni conservate nel codice Ambrosiano D 437 inf., in «Bollettino della Badia greca di Grottaferrata» n.s. 54 (2000), pp. 377-393. L. Armstrong, P. Scapecchi, F. Toniolo, Gli incunaboli della biblioteca del Seminario Vescovile di Padova. Catalogo e studi, a cura di P. Gios e F. Toniolo, introduzione di G. Mariani Canova, Padova 2008, p. 92 n° 348 e pp. 164-165 n° 348; Cfr.: E. Sciarra, Codici e libri stampati postillati: note di possesso, note di lettura, note di studio nella base dati dei possessori della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, in Change in Medieval and Renaissance Scripts and Manuscripts. Proceedings of the 19th Colloquium of the Comité international de Paléographie latine (Berlin, September 16-18, 2015), edited by M. Schubert and E. Overgaauw, Turnhout 2019, pp. 301-312.; C. Giacomelli, I libri greci di Matteo Macigni. Contributo allo studio di una biblioteca umanistica, in «La parola del passato» 407, 2 (2019), pp. 361-420.